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Sergio Peterlini

Bhagavad Gita

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Il libro dell'insegnamento supremo di Krishna ad Arjuna


La Bhagavad Gita: il libro dell'insegnamento supremo di Krishna ad Arjuna

La Bhagavad Gita è uno di quei rari tesori che trascendono il tempo e lo spazio e sono perciò di valore eterno. Infatti ci rivela i mezzi idonei a scoprire quella Realtà che sola può disperdere le tenebre della miseria umana, che è sempre la stessa e causata dalle medesime illusioni in ogni epoca.

Di cosa parla la Bhagavad Gita?

Il saggio Vyasa racconta nella sua immortale opera, il Mahabharata, di cui i settecento versi della Bhagavad Gita sono l’essenza, che cinquemila anni fa, sul sacro suolo dell’India calpestato da potenti e malvagi monarchi, scese una pioggia di nettare purificante nella forma delle immortali parole di Sri Krishna, l’Incarnazione Divina.
L’occasione fu offerta dall’imminente guerra che stava per avvenire sul Kurukshetra, vasta pianura a nord di Hastina­pura (l’attuale New Delhi), chiamata anche Dharmakshetra poiché, resa sacra dalle austerità del saggio Kuru, aveva il potere di favorire la giustizia.
Nell’ora fatidica della battaglia, il grande eroe Arjuna, uno dei cinque Pandava, amico e discepolo di Krishna, improvvisamente, vedendo di fronte a sé l’esercito nemico guidato dai cento cugini Kaurava e nelle cui file, per il crudele gioco del destino, si trovavano anche vecchi maestri d’armi ed ex amici, preda di sentimenti contrastanti e confuso, perde ogni desiderio di combattere.
Sarà Sri Krishna a illuminare la sua mente, innanzitutto sul suo dovere immediato, come principe Kshatriya, di combattere l’oppressore senza esitazioni, poi, sul dovere in generale e sul Fine Ultimo dell’esistenza.
Come un Oceano Inesauribile, Sri Krishna svelerà ad Arjuna e all’intera umanità il segreto della perfetta Realizzazione dell’Infinito rivelando i vari sentieri che iniziano e scompaiono in Esso, Unica Realtà, assieme al Cercatore.
Addentrandoci nella Bhagavad Gita la meraviglia, nello scoprire la vastità dell’inesauribile Insegnamento Divino, continua ad aumentare; è per lasciare libero corso a questa scoperta interiore che ci siamo premuniti di verificare accuratamente ogni singola parola dei settecento versi, affinché la traduzione risultasse letterale (come richiesto da Krishna stesso) e precisa, ma allo stesso tempo chiara e facile a capirsi, lasciando libero spazio alla comprensione profonda e interiore.

Una raccolta di commenti sulla Bhagavad Gita

Adi Shankara: “Da una chiara conoscenza della Bhagavad Gita vengono realizzate tutte le mete dell’esistenza umana. La Bhagavad Gita è la quintessenza manifesta di tutti gli insegnamenti delle Scritture vediche”.

Molti grandi esseri del passato hanno realizzato la loro intrinseca gloria avendo studiato e praticato gli insegnamenti della Bhagavad Gita e innumerevoli altri ne hanno tratto sollievo e ispirazione. Ci sono stati anche molti nostri contemporanei, forse non così grandi ma certamente famosi, che vi hanno attinto sostegno e forza:


A. Einstein: “Quando leggo la B.G. e rifletto su come Dio creò questo universo, ogni altra cosa sembra superflua”.
H. D. Thoreau: “Al mattino bagno il mio intelletto nella stupenda e cosmogonica filosofia della B.G., al cui confronto il nostro mondo moderno e la sua letteratura sembrano così meschini e banali”.
R. Steiner: “Al fine di avvicinarsi a una creazione così sublime come la B.G. con piena comprensione è necessario sintonizzare a essa la nostra anima”.
A. Huxley: La B.G. è la più sistematica affermazione dell’evo­lu­zione spirituale. È uno dei più chiari e vasti riassunti della filosofia eterna mai rivelati, perciò è di eterno valore non solo per l’India ma per tutta l’umanità”.
H. Hesse: “Lessi con emozione una traduzione della B.G.; era atroce, ma vi trovai per la prima volta una traccia dell’oro di cui, nella mia personale ricerca, avevo intuito l’esistenza”.
A. Schopenauer: “L’opera più istruttiva e sublime che esista al mondo”.
R. W. Emerson: “Il più bello dei libri”.
A. Von Humboldt: “Forse l’opera più profonda ed elevante che il mondo possa offrire”.
Mahatma Gandhi: “Se le varie tragedie che hanno costellato la mia vita non mi hanno lasciato alcuna cicatrice, è solamente dovuto agli insegnamenti della B.G.”

Indice

  • Capitolo I - Arjuna Visada Yoga - L’angoscia di Arjuna - 14
  • Capitolo II - Samkhya Yoga - Lo Yoga della Discriminazione - 26
  • Capitolo III - Karma Yoga - Lo Yoga dell’Azione - 46
  • Capitolo IV - Jnana Yoga - Lo Yoga della Conoscenza - 60
  • Capitolo V - Karma Sannyasa Yoga - Lo Yoga della Rinuncia all’azione - 72
  • Capitolo VI - Dhyana Yoga - Lo Yoga della meditazione - 80
  • Capitolo VII - Jnana Vijnana Yoga - Lo Yoga della Conoscenza e della diretta esperienza di essa - 92
  • Capitolo VIII - Aksharabrahma Yoga - Lo Yoga dell’Imperituro Assoluto - 100
  • Capitolo IX - Rajavidya Rajaguhya Yoga - Lo Yoga della regale conoscenza e del regale segreto - 110
  • Capitolo X - Vibhuti Yoga - Lo Yoga della manifestazione Divina - 126
  • Capitolo XI - Visvarupa Darshana Yoga - Lo Yoga della visione della Forma Universale - 138
  • Capitolo XII - Bhakti Yoga - Lo Yoga della Devozione - 154
  • Capitolo XIII - Kshetrakshetrajnavibhaga Yoga - Lo Yoga della distinzione tra il campo ed il Conoscitore del campo - 164
  • Capitolo XIV - Guna Traya Vibhaga Yoga - Lo Yoga della differenziazione dai tre guna - 184
  • Capitolo XV - Purushottama Yoga - Lo Yoga del Sé Supremo - 194
  • Capitolo XVI - Daivasurasampadvibhaga Yoga - Lo Yoga della distinzione tra le qualità divine e quelle demoniache - 200
  • Capitolo XVII - Shraddatraya Vibhaga Yoga - Lo Yoga della triplice divisione della Fede - 210
  • Capitolo XVIII - Moksha Sannyasa Yoga - Lo Yoga della Liberazione attraverso la rinuncia - 218
  • MAHATMYA GITA - LA GRANDEZZA DELLA GITA (dal Varaha Purana) - 249
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